
Inseriamo in questo nostro spazio un articolo che preleviamo dall’archivio dell’Associazione pubblicato a firma del prof. Nino Romano, direttore U.O. Registro Tumori della Provincia, sull’inserto del “giornale di Sicilia “ del mese di febbraio 2009 (ultimo mercoledì del mese), quindi abbastanza recente.
Lo facciamo perché riteniamo il contenuto utile informazione per il nostro territorio, vuoi per la personalità dell’autore, vuoi per la data di pubblicazione che consentono un conoscenza aggiornata e seria della situazione della nostra provincia.
Lo facciamo perché riteniamo il contenuto utile informazione per il nostro territorio, vuoi per la personalità dell’autore, vuoi per la data di pubblicazione che consentono un conoscenza aggiornata e seria della situazione della nostra provincia.
Cogliamo l'occasione per portare a conoscenza che, in conformità agli scopi dell'Associzione, abbiamo concluso una nostra prima ricerca condotta nella Valle Jato sull'incidenza delle malattie neoplasiche. Stiamo ultimando la elaborazione dei dati ed, una volta avuti, ci preoccuperemo in collaborazione con altri (prime fra tutti le Amministrazioni comunali, con quella di San Cipirello in avanzata fase di concretizzazione) di rendere noti i risultati.
Anche a Palermo cancro in aumento
I tre anni di attività dei Registro Tumori
di Nino Romano *
La conoscenza del numero di nuovi casi di tumore (incidenza) diagnosticati in un'area geografica è indispensabile per comprendere quali siano i fattori di rischio che operano nel territorio e stabilire quale debba essere l'assegnazione di risorse per il controllo del cancro. Infatti, il ruolo centrale attribuito alle autorità regionali sulle decisioni riguardanti la sanità pubblica, sia in termini di programmazione sia di gestione delle risorse, rende necessaria la conoscenza dell'incidenza disaggregata a livello regionale.
L'andamento nazionale presenta differenze tra le varie aree geografiche: per tutti i tumori, negli uomini, l'incidenza è in diminuzione nelle regioni settentrionali e in crescita al sud, mentre per le donne aumenta ovunque con una tendenza, però, più accentuata nelle regioni meridionali. Si assiste quindi ad un radicale cambiamento nel quadro epidemiologico dei tumori. Tradizionalmente, il sud Italia presentava un rischio di malattia nettamente inferiore a quello espresso nelle regioni settentrionali. Le nuove stime modificano lo scenario passato.
L'azione svolta dal Registro Tumori della provincia di Palermo nel corso dei primi tre anni di attività, con dati già presentati per l'accreditamento di eccellenza all'Associazione Italiana dei Registri Tumori, permette di avere notizia del quadro epidemiologico del Palermitano, indispensabile per attivare una corretta politica di programmazione regionale.
Il Registro Tumori ha individuato 6.000 nuovi casi all'anno, registrando una situazione epidemiologica simile a quella riportata in altri registri del sud, ma con valori più bassi di quelli osservati da vari registri del centro e nord Italia (circa il 20 per cento).
Gli uomini si ammalano di più delle donne. Nel 70 per cento dei casi, i pazienti affetti da tumore hanno un'età superiore ai 60 anni, il 18 per cento tra i 45 ed i 60 anni.
" Conoscere il quadroepidemiologico è uno strumento
indispensabile per attivare una corretta politica di
I tre anni di attività dei Registro Tumori
di Nino Romano *
La conoscenza del numero di nuovi casi di tumore (incidenza) diagnosticati in un'area geografica è indispensabile per comprendere quali siano i fattori di rischio che operano nel territorio e stabilire quale debba essere l'assegnazione di risorse per il controllo del cancro. Infatti, il ruolo centrale attribuito alle autorità regionali sulle decisioni riguardanti la sanità pubblica, sia in termini di programmazione sia di gestione delle risorse, rende necessaria la conoscenza dell'incidenza disaggregata a livello regionale.
L'andamento nazionale presenta differenze tra le varie aree geografiche: per tutti i tumori, negli uomini, l'incidenza è in diminuzione nelle regioni settentrionali e in crescita al sud, mentre per le donne aumenta ovunque con una tendenza, però, più accentuata nelle regioni meridionali. Si assiste quindi ad un radicale cambiamento nel quadro epidemiologico dei tumori. Tradizionalmente, il sud Italia presentava un rischio di malattia nettamente inferiore a quello espresso nelle regioni settentrionali. Le nuove stime modificano lo scenario passato.
L'azione svolta dal Registro Tumori della provincia di Palermo nel corso dei primi tre anni di attività, con dati già presentati per l'accreditamento di eccellenza all'Associazione Italiana dei Registri Tumori, permette di avere notizia del quadro epidemiologico del Palermitano, indispensabile per attivare una corretta politica di programmazione regionale.
Il Registro Tumori ha individuato 6.000 nuovi casi all'anno, registrando una situazione epidemiologica simile a quella riportata in altri registri del sud, ma con valori più bassi di quelli osservati da vari registri del centro e nord Italia (circa il 20 per cento).
Gli uomini si ammalano di più delle donne. Nel 70 per cento dei casi, i pazienti affetti da tumore hanno un'età superiore ai 60 anni, il 18 per cento tra i 45 ed i 60 anni.
" Conoscere il quadroepidemiologico è uno strumento
indispensabile per attivare una corretta politica di
programmazione regionale "
Le neoplasie più frequenti nel sesso maschile sono state quelle della prostata (17 per cento del totale), superando quelli del polmone (16 per cento) e del colon-retto (13 per cento). I tumori più comuni nelle donne sono risultati, invece, quelli della mammella (29 per cento), del colon-retto (13 per cento) e quelli a carico dell'apparato genitale (12 per cento).
Nel sesso femminile si registra, invece, un'incidenza più elevata per alcune sedi specifiche e, precisamente, per la tiroide e il fegato. Nel primo caso, insieme a possibili situazioni peculiari di rischio presenti in Sicilia, una quota di eccesso può essere dovuta ad una "overdiagnosi", legata ad un più frequente ricorso ad esami bioetici correlato al gozzo endemico. L'incidenza del tumore del fegato, con un tasso pari a quello riportato a Ragusa, ma inferiore a quello di altri registri del sud (Napoli, Salerno), potrebbe essere attribuita alla maggiore circolazione nel meridione di virus responsabili di epatiti virali acute. Si stima, infine, che i cittadini della provincia di Palermo abbiano
un rischio di ammalarsi di tumore entro i 74 anni del 25 per cento per gli uomini e del 20 per cento per le donne.
Nel Palermitano, la mortalità per tumori non diminuisce, in linea con ciò che avviene in tutta l'Isola, ma è in controtendenza con quanto già osservato in altre aree italiane: questo fenomeno, insieme al persistere di basse percentuali di tumori diagnosticati in fase precoce, sottolinea la scarsa diffusione degli screening oncologici.
Sul fronte delle cure, nella provincia di Palermo il ricorso a ricoveri fuori regione è pari al 5 per cento del totale. Per riportare un esempio, la chirurgia dei tumori del colori viene effettuata all'interno della provincia nel 96 per cento dei casi.
Un'ulteriore considerazione riguarda la terapia antitumorale. I profili di utilizzazione dei farmaci, anche somministrati in day hospital, sono coerenti con le linee guida. Tra i farmaci cosiddetti innovativi, gli anticorpi monoclonali, nel corso del 2006, hanno inciso per il 31 per cento della spesa nel tumore della mammella e per il 47 per cento in quello del colon.
Il panorama che emerge dai primi dati prodotti dal Registro impone alcune riflessioni. La richiesta di assistenza oncologica è destinata rapidamente a crescere nei prossimi anni: dipende dall'invecchiamento della popolazione, con un conseguente aumento del numero di casi, dal miglioramento della sopravvivenza, legato alla (si spera quanto prima) diffusione della diagnosi precoce e all'appropriatezza delle terapie. Ciò significa che nella popolazione ci saranno sempre più persone che avranno ricevuto, nel corso della loro vita, una diagnosi di cancro. È necessario quindi sperimentare nuove modalità di sorveglianza sanitaria attiva per la popolazione, realizzando un accettabile equilibrio tra controllo del rischio residuo e sostenibilità dei costi umani ed economici.
* Ordinario di Igiene, Dipartimento di Scienze perla Promozione della Salute,
Le neoplasie più frequenti nel sesso maschile sono state quelle della prostata (17 per cento del totale), superando quelli del polmone (16 per cento) e del colon-retto (13 per cento). I tumori più comuni nelle donne sono risultati, invece, quelli della mammella (29 per cento), del colon-retto (13 per cento) e quelli a carico dell'apparato genitale (12 per cento).
Nel sesso femminile si registra, invece, un'incidenza più elevata per alcune sedi specifiche e, precisamente, per la tiroide e il fegato. Nel primo caso, insieme a possibili situazioni peculiari di rischio presenti in Sicilia, una quota di eccesso può essere dovuta ad una "overdiagnosi", legata ad un più frequente ricorso ad esami bioetici correlato al gozzo endemico. L'incidenza del tumore del fegato, con un tasso pari a quello riportato a Ragusa, ma inferiore a quello di altri registri del sud (Napoli, Salerno), potrebbe essere attribuita alla maggiore circolazione nel meridione di virus responsabili di epatiti virali acute. Si stima, infine, che i cittadini della provincia di Palermo abbiano
un rischio di ammalarsi di tumore entro i 74 anni del 25 per cento per gli uomini e del 20 per cento per le donne.
Nel Palermitano, la mortalità per tumori non diminuisce, in linea con ciò che avviene in tutta l'Isola, ma è in controtendenza con quanto già osservato in altre aree italiane: questo fenomeno, insieme al persistere di basse percentuali di tumori diagnosticati in fase precoce, sottolinea la scarsa diffusione degli screening oncologici.
Sul fronte delle cure, nella provincia di Palermo il ricorso a ricoveri fuori regione è pari al 5 per cento del totale. Per riportare un esempio, la chirurgia dei tumori del colori viene effettuata all'interno della provincia nel 96 per cento dei casi.
Un'ulteriore considerazione riguarda la terapia antitumorale. I profili di utilizzazione dei farmaci, anche somministrati in day hospital, sono coerenti con le linee guida. Tra i farmaci cosiddetti innovativi, gli anticorpi monoclonali, nel corso del 2006, hanno inciso per il 31 per cento della spesa nel tumore della mammella e per il 47 per cento in quello del colon.
Il panorama che emerge dai primi dati prodotti dal Registro impone alcune riflessioni. La richiesta di assistenza oncologica è destinata rapidamente a crescere nei prossimi anni: dipende dall'invecchiamento della popolazione, con un conseguente aumento del numero di casi, dal miglioramento della sopravvivenza, legato alla (si spera quanto prima) diffusione della diagnosi precoce e all'appropriatezza delle terapie. Ciò significa che nella popolazione ci saranno sempre più persone che avranno ricevuto, nel corso della loro vita, una diagnosi di cancro. È necessario quindi sperimentare nuove modalità di sorveglianza sanitaria attiva per la popolazione, realizzando un accettabile equilibrio tra controllo del rischio residuo e sostenibilità dei costi umani ed economici.
* Ordinario di Igiene, Dipartimento di Scienze perla Promozione della Salute,
Università degli Studi di Palermo, Direttore Registro Tumori della Provincia di Palermo
2 commenti:
molto intiresno, grazie
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
Posta un commento