lunedì 30 maggio 2011


Associazione IRIS
per la salute e la lotta alle neopalsie






Leggevo qualche giorno fa (il sette maggio ’11) sul QdS (Quotidiano della Sicilia) una intervista con il professore Riccardo Vigneri, direttore dell'Istituto medicina interna, malattie endocrine e del metabolismo dell'Università di Catania.

La reazione è stata duplice, da un lato allarmata, ancor di più, e dall’altro, nello stesso tempo, un quasi senso (egoistico) di sollievo: nel 2010 nella presentazione della ricerca fatta dall’Associazione IRIS sull’incidenza di decessi per neoplasia due aspetti ci erano sembrati caratterizzanti la Sicilia: una media non più alta di quella italiana per l’incidenza dei tumori ed una media più alta per quanto riguarda la mortalità.
Preoccupati, quindi, ancora di più vista l’autorevolezza di chi confermava un dato negativo; incoraggiati perché eravamo riusciti a lavorare seriamente e perchè contribuire a diffondere questa consapevolezza è già un passo avanti nello sforzo nella lotta al tumore, che deve far nasce ancora più senso civico.

E per questo ci sentiamo incoraggiati, come Associazione, a proseguire non solo nella ricerca sulle situazioni in corso (per la quale sollecitiamo la sensibilità dei nostri medici di base a darci una mano), ma anche nella diffusione di tutte quelle conoscenze utili a prevenire ed a porre le condizioni ambientali più ottimali.
Ecco la parte principale dell’intervista.

<……. “In Sicilia – afferma Vigneri – la ricerca oncologica è lievemente indietro rispetto a molte regioni del Nord Italia: qui ad esempio non esiste un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di tipo oncologico, come invece esistono a Milano, Genova e Napoli. Anche il sistema universitario ha i suoi problemi: presso la facoltà di Medicina di Catania ad esempio mancano docenti di oncologia. La materia, anche nella scuola di specializzazione, è quindi insegnata da medici o chirurghi, ma non da specialisti di oncologia.
Tutto ciò indica una certa arretratezza strutturale, organizzativa e formativa della Sicilia rispetto ad altre regioni”.

Ecco dunque perché un’iniziativa come la giornata delle azalee di domani assume un significato oltre che simbolico molto concreto: “Per tutti questi motivi – prosegue Vigneri- è importante che la ricerca venga finanziata adeguatamente ricerca che la Regione Sicilia finanzia solo in parte.” Abbiamo quindi chiesto qual è l’incidenza dei fenomeni tumorali rispetto alla popolazione siciliana: “C’è da premettere –spiega Vigneri – che finalmente è stato attivato l’Osservatorio regionale epidemiologico, dove viene tenuto il registro tumori: in Sicilia sono già autorizzati e riconosciuti dall’Airtum (Associazione italiana registri tumori) i registri di Ragusa, Trapani e Siracusa; sono invece in corso di valutazione quelli di Catania, Messina e Palermo. Si tratta di strumenti importanti per capire quali sono i tumori più frequenti e che evoluzione seguono. A tale proposito c’è da dire che in generale in Sicilia i tumori sono meno frequenti che nel resto del paese, il suo tempo di sopravvivenza dopo il tumore stesso è inferiore rispetto a quanto avviene in altre regioni. Ciò è attribuibile al fatto che la rete assistenziale oncologica non è ottimale come altrove”.
Alessandro Petralia>

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