domenica 17 maggio 2009

"Sono un reduce che fa il volontario"

Stamani leggevo il giornale “la Repubblica” e, come sempre, do una lettura alle pagine sportive, specie che ieri non ho visto la tappa del giro d’Italia.
Ed ecco un titolo grande “La nuova vita di Armstrong”.
Leggo l’articolo, come se volessi subito arrivare alla fine, ne rileggo e sottolineo le parti che mi colpiscono.
Decido che sia il caso di passare allo scanner l’articolo per proporre a me, agli amici soci, a che legge, a chi attraversa situazioni forse disperate per il male che sembra non perdonare, un esempio di battaglia vinta, di coraggio nell’affrontare la battaglia, di generosità in un impegno per gli altri.
Ecco le parti che mi hanno colpito.
Chi volesse trova l’intero articolo di Maurizio Grossetti a pag 46 della “la Repubblica
<La Repubblica
domenica 17 maggio 2009
La nuova vita di Atmstrong
“Sono uno dei tanti, che bello
Quasi 5' dì ritardo al Giro: Non corro più per soldi

BERGAMO —Quando un tifoso porge a Lance Armstrong un pezzo (smontato) della sua bici­cletta (del tifoso, non di Arm­strong), ovvero un telaio bianco latte, per farselo autografare, il texano esegue come se fosse la cosa più normale del mondo. L'altro ieri, del resto, aveva fir­mato una schiena pelosa. Martedì, la cuffietta di un neonato. Vuoi una foto con Lance? Pron­ti, lui si mette in posa e sorride…………
Ieri, qualcuno ha detto: «Com'è cambiato, non sembra neanche Armstrong».
Risposta esatta. Non sembra perché non lo è, non più.
Quattro tappe, quatto volte staccato……..
Mister Lance, scusi, ma chi gliel’ha fatto fare?
…………Non è più il mostro che vince sempre………
Osannato come una madonna pellegrina, va piano ma forse lontano, metaforicamente parlando. ………..
«Io or­mai corro per il mio piacere. E' tutto nuovo, anche se la fatica è la stessa, anzi di più. Non provo nostalgia, non ho bisogno di de­naro ma di senso, come chiun­que. Dopo sette Tour vinti non ho più niente da chiedere, mi sento una specie di volontario».
Altre firme bizzarre, altri ab­bracci, altre foto.
Tra un mese gli nascerà il quarto figlio, non più concepito in vitro, dopo il can­cro ai testicoli. «Un miracolo».
Ogni mattina, quando si sveglia, Lance Armstrong ripete a se stesso una sola frase: ricorda che sei un sopravvissuto. Glielo dice anche quell'altro Lance, seduto sul tubo della bici come un'in­namorata bella.>
ASSOCIAZIONE IRIS

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