Adesso registro positivamente come il termine, ma soprattutto il concetto, lo stretto legame tra "protezione e flessibilità" cominci ad essere patrimonio comune, a diventare realisticamente operativo.
Ecco una testimonianza: il "manifesto" dei candidati del Pd provenienti dal mondo del lavoro.
Riporto a seguire l'articolo che ne parla.
Da “La Repubblica”
venerdì 14/03/2008
Pd: 12 leggi per aiutare precari e famiglia
Un “manifesto” coordinato da Ichino. “Flessibililità” e protezione ai deboli
LUISA GRON
ROMA — …………………
Ieri, infatti, Walter Veltroni, ha presentato 12 disegni di legge che traducono in norme il programma del Pd e che, in caso di vittoria elettorale, saranno approvati nel primo Consiglio dei ministri. Ma nello stesso giorno i «candidati di punta» che provengono dal mondo del lavoro —imprenditori, esperti, sindacalisti— hanno firmato anche un manifesto d'intenzioni sul «che fare» per rilanciare l'occupazione, la produttività e combattere il precariato.
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Più generali, invece, le linee del manifesto «Per dare valore al lavoro» firmato dai candidati in arrivo da quel mondo (da Baretta che viene dallo Cisl a Nerozzi della Cgil, dal ministro Damiano al professor Ichino, a Treu, all'ex operaio della Thyssen Antonio Boccuzzi, agli industriali Calearo e Colonnino). Il documento, che risponde alle polemiche di chi ha fortemente criticato il mix di nomi inseriti nelle liste, mette in chiaro che sindacato e politica devono essere autonomi, stoppa ogni possibile cinghia di trasmissione e punta dritto agli interessi comuni: ottenere «il miglior funzionamento possibile del sistema economico nazionale».
Come fare? Gli impegni sottoscritti sono tanti, le strade per arrivarci ancora in via di discussione: si punta ad un aumento dell'occupazione femminile del 10 per cento grazie a maggiori sgravi e servizi, alla più incisiva formazione e scolarizzazione.
venerdì 14/03/2008
Pd: 12 leggi per aiutare precari e famiglia
Un “manifesto” coordinato da Ichino. “Flessibililità” e protezione ai deboli
LUISA GRON
ROMA — …………………
Ieri, infatti, Walter Veltroni, ha presentato 12 disegni di legge che traducono in norme il programma del Pd e che, in caso di vittoria elettorale, saranno approvati nel primo Consiglio dei ministri. Ma nello stesso giorno i «candidati di punta» che provengono dal mondo del lavoro —imprenditori, esperti, sindacalisti— hanno firmato anche un manifesto d'intenzioni sul «che fare» per rilanciare l'occupazione, la produttività e combattere il precariato.
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Più generali, invece, le linee del manifesto «Per dare valore al lavoro» firmato dai candidati in arrivo da quel mondo (da Baretta che viene dallo Cisl a Nerozzi della Cgil, dal ministro Damiano al professor Ichino, a Treu, all'ex operaio della Thyssen Antonio Boccuzzi, agli industriali Calearo e Colonnino). Il documento, che risponde alle polemiche di chi ha fortemente criticato il mix di nomi inseriti nelle liste, mette in chiaro che sindacato e politica devono essere autonomi, stoppa ogni possibile cinghia di trasmissione e punta dritto agli interessi comuni: ottenere «il miglior funzionamento possibile del sistema economico nazionale».
Come fare? Gli impegni sottoscritti sono tanti, le strade per arrivarci ancora in via di discussione: si punta ad un aumento dell'occupazione femminile del 10 per cento grazie a maggiori sgravi e servizi, alla più incisiva formazione e scolarizzazione.
Si mettono in primo piano la sicurezza sui luoghi di lavoro, l'innovazione e la competitività, ma si guarda soprattutto a due obiettivi: la lotta alla precarietà e il potenziamento della contrattazione aziendale.
Sul primo tema una cosa è chiara: il pilastro al quale guardare è la «flexicurity» di stampo europeo. Visto che solo la metà dei dipendenti è tutelata dallo Statuto dei lavoratori (9 milioni e mezzo di dipendenti su 18 milioni) e visto che non s'intende ingessare oltremodo il mercato del lavoro, bisogna provvedere a tutelare le categorie più deboli con forme di assistenza, coperture previdenziali, sgravi fiscali e maggiore formazione. Poi sul come realizzare tutto ciò il dibattito e aperto: si discuterà sulle varie possibilità di arrivare ad contratto unico che precede l'assunzione definitiva e sulle proposte di Amato e Treu.
Per quanto riguarda la contrattazione — tema sul quale si è appena spaccato il tavolo fra Confindustria e sindacati— la linea guida è quella di puntare ad un maggiore contrattazione aziendale per premiare produttività e innovazione.
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