mercoledì 27 febbraio 2008

Cannabis: l’oro verde jatino

Sequestrata una delle più grandi piantagioni di cannabis mai scoperte in Europa, la seconda in pochi mesi nella nostra Valle.
La coltivazione della cannabis nel nostro territorio, da cui si producono marijuana e hashish, diventa sempre più frequente.
L’oro verde del Sud, così come ormai è denominata, diventa sempre più un gran business nel nostro territorio.
La Sicilia, secondo il rapporto della Direzione centrale dei servizi antidroga, in relazione al numero di piante sequestrate, è il primo produttore di cannabis in Italia, seguita da Calabria, Campania e Puglia. La cosiddetta “filiera” che ne deriva: dal produttore al trafficante al consumatore, coinvolge centinaia e centinaia di persone.
Chi la coltiva non in genere non è un vero contadino né un criminale di grande spessore. Si tratta in genere di giovani adulti d’età compresa tra i 25-40 anni. Spesso persone con insuccessi professionali alle spalle; alcuni anche senza precedenti penali. Il numero di questi “neo agricoltori” di cannabis sembra aumentare esponenzialmente ogni anno; forse favorita da una certa tolleranza della società nei confronti di questa droga “leggera” rispetto ad altre come l’eroina e la cocaina, percepite invece come più pericolose per la salute.
I proprietari dei terreni sequestrati a San Cipirello e San Giuseppe Jato, secondo i carabinieri di Monreale, cercavano di farsi strada nei vuoti di potere mafioso del dopo Provenzano.
Si è cosi potuto bloccare sul nascere il finanziamento che poteva derivare dalla piantagione. Questo, con buona probabilità, avrebbe portato ad altri affari possibilmente all’interno di Cosa Nostra, che secondo gli ultimi pentiti di mafia sarebbe dietro al boom di questi vivai di cannabis.
Maggiore repressione e durezza di pena occorrerebbe nei confronti di questi coltivatori di cannabis che andrebbero immediatamente privati delle loro terre.
Terre che già da troppi anni hanno visto germogliare e prosperare l’illegalità.
Terre che andrebbero coltivate con i semi dell’onestà e della legalità come fanno alcune associazioni, quali Libera Terra, da anni impegnate coraggiosamente nel nostro territorio.


Giuseppe Paviglianiti

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