domenica 28 febbraio 2010

Una presenza significativa

ASSOCIAZIONE IRIS
Per la salute e la lotta alle neoplasie
Via Roma, 38
90048 San Giuseppe Jato

Tel 3346474901; 3395837735; 3337673543


Dal "Giornale di Sicilia" riportiamo un articolo sulla presenza, che può esere di grande aiuto, della figura dello psicologo accanto a chi si trova in un tratto della vita con il problema del tumore.
Un socio della nostra Associazione, durante il convegno, parla della sua esperienza.


GIORNALE DI SICILIA VENERDÌ19 FEBBRAIO 2010

ASSISTENZA. La provocazione dell'Ail e di Stupenda-Mente
La lotta al cancro
«Tra medici anche lo psicologo»
*** Uno psicologo in ogni équipe ospedaliera, perché combattere il cancro e altre gravi patologie diventa più facile se non si e soli al momen­to della diagnosi.
È la provo­cazione che l'Ail di Palermo e Stupenda-Mente, due asso­ciazioni impegnate da anni nell'umanizzazione della medicina e nell'assistenza a chi soffre, hanno lanciato ai vertici della sanità palermitana, ieri al Cervello, nel corso del convegno su «La comunica­zione della diagnosi. La ge­stione degli aspetti psicologi­ci».
Il preside di Medicina, Adelfio Elio Cardinale, il direttore generale di Villa So­fia-Cervello, Salvatore Di Ro­sa, gli psichiatri Marcello Alessandra e Francesco La Rosa, le psicologhe Sonia Tinti Bar­raja, Maria Stella Epifanio e Ilenia Trifirò, l'ematologo Francesco Fabbiano e l'onco­logo Biagio Agostara, il presi­dente dell'Ail Pino Toro e il presidente di Stupenda-Men­te Vincezo Cavaliere hanno affrontato le difficoltà del rapporto medico-pazien­te, una relazione asimemme­trica nella quale è fondamentale che il medico sappia ave­re la capacità di abbracciare tutti gli aspetti psicologici ed emozionali del paziente e ca­pisca chela comunicazione è parte integrante della profes­sione medica.
Un tema molto attuale, che punta il dito sull'impor­tanza di curare il momento della comunicazione di una grave patologia, quella on­co-ematologica per esempio, perché da questo drammati­co momento dipende l'adat­tamento del paziente alla ma­lattia e la capacità di affronta­re il percorso terapeutico.
E la testimonianza più attendi­bile arriva dai pazienti, quelli che hanno attraversato il cal­vario della leucemia e della chemioterapia, dei trapianto e dell'isolamento. «Quando ti viene tolto il tuo lavoro, i tuoi hobby, non ti resta niente, sem­bra di impazzire - racconta Santo Mazzola -. Se avessi avuto vicino uno psicologo in questo percorso, forse avrei fatto soffrire meno la mia fa­miglia»

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