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Dal "Giornale di Sicilia" riportiamo un articolo sulla presenza, che può esere di grande aiuto, della figura dello psicologo accanto a chi si trova in un tratto della vita con il problema del tumore.
Un socio della nostra Associazione, durante il convegno, parla della sua esperienza.
GIORNALE DI SICILIA VENERDÌ19 FEBBRAIO 2010
ASSISTENZA. La provocazione dell'Ail e di Stupenda-Mente
La lotta al cancro
«Tra medici anche lo psicologo»
*** Uno psicologo in ogni équipe ospedaliera, perché combattere il cancro e altre gravi patologie diventa più facile se non si e soli al momento della diagnosi.
È la provocazione che l'Ail di Palermo e Stupenda-Mente, due associazioni impegnate da anni nell'umanizzazione della medicina e nell'assistenza a chi soffre, hanno lanciato ai vertici della sanità palermitana, ieri al Cervello, nel corso del convegno su «La comunicazione della diagnosi. La gestione degli aspetti psicologici».
Il preside di Medicina, Adelfio Elio Cardinale, il direttore generale di Villa Sofia-Cervello, Salvatore Di Rosa, gli psichiatri Marcello Alessandra e Francesco La Rosa, le psicologhe Sonia Tinti Barraja, Maria Stella Epifanio e Ilenia Trifirò, l'ematologo Francesco Fabbiano e l'oncologo Biagio Agostara, il presidente dell'Ail Pino Toro e il presidente di Stupenda-Mente Vincezo Cavaliere hanno affrontato le difficoltà del rapporto medico-paziente, una relazione asimemmetrica nella quale è fondamentale che il medico sappia avere la capacità di abbracciare tutti gli aspetti psicologici ed emozionali del paziente e capisca chela comunicazione è parte integrante della professione medica.
Un tema molto attuale, che punta il dito sull'importanza di curare il momento della comunicazione di una grave patologia, quella onco-ematologica per esempio, perché da questo drammatico momento dipende l'adattamento del paziente alla malattia e la capacità di affrontare il percorso terapeutico.
E la testimonianza più attendibile arriva dai pazienti, quelli che hanno attraversato il calvario della leucemia e della chemioterapia, dei trapianto e dell'isolamento. «Quando ti viene tolto il tuo lavoro, i tuoi hobby, non ti resta niente, sembra di impazzire - racconta Santo Mazzola -. Se avessi avuto vicino uno psicologo in questo percorso, forse avrei fatto soffrire meno la mia famiglia»
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