mercoledì 24 febbraio 2010

LA PREVENZIONE STILE DI VITA



L'importanza dello stile di vita


Abbiamo sempre pensato che lo stile di vita (cibi sani, attività fisica di tipo sportivo, niente fumo) abbia una non trascurabile incidenza nella guerra contro il cancro.
Anzi che sia, uno stile di vita opportuno, uno degli alleati più potente in questa lotta.
Dice un adagio “la vita a volte è amara di per se non aggiungiamoci il nostro contributo per renderla più amara”,
e allora perchè non provare anche uno stile di vita, chiamiamolo di autodifesa, se ci può essere di un sostegno in più in questa sfida?
Questo ci spinge alla pubblicazione di un articolo, tratto dal “Corriere della sera” di lunedì 22/02/2010 pag. 11 a firma di Mario Pappagallo, già dal titolo fortemente significativo.
Associazione IRIS

Corriere della sera” lunedi 22/02/2010
Focus Salute e prevenzione

Nel mondo
Ogni anno si registrano dodici milioni di nuovi casi. Un decesso su otto è dovuto a tumore
Gli studi
I nuovi filoni di ricerca puntano su analisi abitudini quotidiane. Per fare la guerra a quelli che sono i fattori di rischio
CAMBIARE VITA PER EVITARE IL CANCRO
L'Oms: meno 30% di casi con cibi sani, sport e niente fumo
Mortalità ridotta. In aumento i tumori al polmone tra le donne


Ogni anno nel mondo viene diagnosticato un tumore a più di 12 milioni di persone e 7,6 milioni muoiono di questa malattia. Se non verranno prese misure concrete di contrasto si stima che nel 2030 saranno 26 milioni nuovi casi e 17 milioni le vittime.
A lan­ciare l'allarme è stata l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in occasio­ne della Giornata mondiale per la lotta al cancro.
La guerra ai fattori di rischio è l’unico modo per vincere la battaglia con­tro i tumori.
«E — avverte I'Oms — oltre il 30% dei casi di cancro potrebbe essere evitato adottando stili di vita più sani».
Oggi il cancro in tutto il pianeta è respon­sabile di un decesso su 8, più delle morti per Aids, tubercolosi e malaria messe in­sieme.
Non fumare, non bere alcol, seguire un'alimentazione corretta, fare esercizio fisico, prevenire le infezioni che potreb­bero dare origine a un tumore. Sono que­ste le mosse vincenti per «dare scacco matto» al cancro, ricorda l'Oms. Che met­te l'accento soprattutto sulle insidie del fumo e della vita sedentaria: le sigarette sono la prima causa evitabile di cancro (6 milioni di morti all'anno, ma i fumatori restano 1 miliardo e 500 milioni), mentre 30 minuti al giorno di esercizio fisico mo­derato possono ridurre il rischio di tumo­ri a seno e colon.
- I nuovi filoni di ricerca puntano su ana­lisi dei dati di incidenza, mortalità e abitudini di vita: in modo da scoprire quanto si sbaglia ancora e quanto si può fare.
- Poi su nuovi test di diagnosi, sempre più precoci e sempre più soft: le radiazioni di alcuni esami sono, infatti, di per sé un rischio se si sommano troppe volte nell'arco di pochi anni. E, infine, su farmaci «intelligenti»: anche questi da studiare nel tempo perché possono anche diventare una terapia cronica (il cancro resta ma è bloccato).
Alcune aziende alimentari hanno inve­stito in salute e prevenzione e trasforma­to le loro linee di produzione in modo an­che da offrire ai bambini frutta e verdura anziché merendine.
E questa è la batta­glia più complicata: cambiare la cultura del cibo e creare nuovi treni.
Non solo fumo, quindi, ma anche niente grassi nella dieta, movimento e cibi capaci di pro­teggere il nostro Dna.
Infezioni e infiammazioni sono l'altro settore da combattere: tenerle sotto controllo abbatte di un altro terzo l'incidenza di molti tumori. Imparare a mangiare be­ne è comunque la prima regola. Un noto ricercatore oncologo, Franco Berrino, ha dato vita ad una scuola di cucina (Casci­na Rosa) presso l'Istituto dei tumori di Milano. E’ aperta a tutti. Giovanni Allegro è lo chef. Lui e Anna Villarini hanno tra­dotto gli studi di Berrino in un libro, Pre­venire i tumori mangiando con gusto (Sperling & Kupfer).
In Italia, per esempio, sono in crescita il tumore del polmone nelle donne e i melanomi nell'uomo. Le cause? Le donne stanno sorpassando gli uomini nella clas­sifica dei fumatori e gli uomini prendono il sole (che va preso e non va demonizza­to) o fanno la lampada senza accortezze protettive. «Ma quali creme, un vero ma­schio non usa fattori protettivi», è la frase ricorrente. E senza quell'abitudine di sta­re all'aperto del mondo agricolo e marina­ro.
In Italia anche i duemila tumori pedia­trici all'anno sono in aumento.
«La prevenzione deve essere cultura e deve co­minciare a scuola», sostiene da anni Um­berto Veronesi.
Un rapporto dell'Istituto dei tumori di Aviano ha analizzato i trend temporali dell'incidenza e della mortalità per tumo­ri in Italia nel periodo 1998-2005, in base ai dati di 20 Registri sulla popolazione in generale e di due Registri specializzati della banca dell'Associazione italiana regi­stri tumori (Airtum).
Sono stati analizzati 818.017 casi e 342.444 decessi, ricoprendo circa un terzo della popolazione. È la fotografia più completa al momento esi­stente sul trend del cancro in Italia, al net­to dell'effetto invecchiamento. E permet­te di vedere che cosa è accaduto, e sta ac­cadendo, in base alle varie fasce d'età, agli stili di vita, alla prevenzione prima­ria e secondaria (test diagnostici periodi­ci), all'introduzione di nuove terapie, di nuove apparecchiature, alle esposizioni di tipo ambientale.
Il 70% della popolazione analizzata risiede al Nord, il 17% al Centro e il 13% al Sud. La mortalità per l'insieme di tutti i tumori ha una riduzione pari a -1,7% an­nuo tra gli uomini e -0,8% tra le donne. La mortalità per tutti i tumori si è quindi ridotta dal 1998 al 2005 di circa il 12% tra gli uomini e di circa il 6% tra le donne.
- Per quanto riguarda l'incidenza, inve­ce, c'è stato un andamento in crescita tra gli uomini e stabile tra le donne. In parti­colare, la mortalità si riduce nei due sessi per i tumori del retto, dello stomaco (di­minuzione non significativa per gli uomi­ni dopo il 2003), del fegato, e per i linfo­mi non Hodgkin. Tra gli uomini è in ridu­zione per i tumori correlati al fumo (vie aero-digestive superiori, esofago, polmo­ne e vescica), per il tumore della prostata e per le leucemie. Tra le donne, significati­va riduzione anche per i tumori del co­lon, dell'osso e della mammella. Secondo Diego Serraino, direttore della struttura di Epidemiologia dell’Istituto di Aviano, la riduzione è frutto «della diminuzione dell'incidenza di tumori a prognosi sfavo­revole, quale il tumore del polmone; del­la diffusione degli screening di popolazio­ne per il tumore della mammella, della cervice e del colon retto; dei migliora­menti in campo diagnostico che hanno portato a individuare casi in fase sempre più precoce». «Nel periodo analizzato —dice — solo due tumori hanno mostrato una crescita statisticamente significativa dei tassi di mortalità: il tumore del pol­mone nelle donne e i melanomi tra gli uo­mini».
Il totale dei tumori risulta in lieve cre­scita al Nord e al Sud e stabile nel Centro Italia.
Tra le donne l'incidenza risulta in crescita significativa al Nord, stabile al Centro e stabile, dopo una fase di cresci­ta, nel Sud Italia.
Si segnala che il tumore del polmone cresce ancora al Centro e al Sud, mentre il trend è stabile al Nord. Se all'inizio del periodo in esame (1998) la mortalità per tutti i tumori presentava an­cora un evidente differenza tra Nord e Sud, alla fine del periodo (2005) si è regi­strata un'omogeneizzazione della mortali­tà sul territorio nazionale.
Per i tumori del fegato e delle vie biliari incidenza e mortalità al Sud è più elevata che nelle altre aree italiane.
«Resta ancora molto da fare per contrastare l'aumento di inci­denza dei tumori in Italia, in particolare con le modifiche dello stile di vita, ma è comunque incoraggiante il calo della mortalità riscontrata», dice Umberto Ti­relli, direttore del Dipartimento di onco­logia medica dell'Istituto di Aviano.
Mario Pappagallo

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