martedì 9 ottobre 2007

SUL MONTE JATO E’ TORNATO A VIVERE IL TEATRO

Dopo il monologo teatrale di Giorgio Albertazzi che interpretò l’imperatore svevo Federico II nel settembre del 2006, è tornato a vivere il teatro greco del nostro amato sito di Iaitas. Il teatro costruito tra la fine del IV secolo avanti Cristo e l’inizio del III, largo 68 metri la cui cavea conteneva in tutto ben 35 gradinate e poteva ospitare 4.400 persone ha ospitato l’evento “Teatri di pietra”. Sei sono stati infatti gli appuntamenti del cartellone realizzato da Capua antica festival, terza edizione della rassegna ideata da Aurelio Gatti, il cui obiettivo è il riutilizzo di aree archeologiche. Ai due comuni di San Cipirello e San Giuseppe Jato è toccato il compito di dare supporto logistico all’evento. Walter Amorelli, uno degli organizzatori, nel trarre un bilancio della rassegna, lamentava di trovare un sito con troppi vincoli (poteva disporre solo di 150 posti concessi dalla sovrintendenza) e poca esperienza nel territorio ad accogliere simili manifestazioni. Non poteva sicuramente immaginare per esempio che ad occupare più della metà della platea erano persone non paganti che usufruivano dei tanti, troppo numerosi biglietti omaggio che le nostre amministrazioni avevano elargito tanto amorevolmente. AMORE PER IL TEATRO.
Il costo sicuramente eccessivo di 20 euro per spettacolo ha infatti scatenato una “clientelare” o “parentale” distribuzione di tali biglietti da parte dei nostri amministratori. Questo a mio avviso non ha contribuito a dare una bella immagine della nostra realtà locale e la giusta dignità che un tale evento meritava. In particolare una mancanza di rispetto per quelli che alla fine sono stati i pochi spettatori paganti della rassegna.
Oggi dell’antico teatro greco sono rimasti integri solo i primi due ordini di sedili della cavea ed alcuni sedili al centro del terzo ordine. Ci sono infatti problemi di stabilità, di ribaltamento dei sedili e di sconnessioni che non permettono la fruibilità ad un numero maggiore di spettatori.
Questo dovrebbe spingere in particolare i nostri amministratori a porre come priorità dei loro programmi la salvaguardia e la tutela del nostro sito archeologico e adoperarsi per permettere un urgente restauro del teatro.
Ai nostri amministratori spesso distratti da altre “priorità” dobbiamo ricordare che il teatro Jatino è uno dei 19 teatri antichi siciliani sui quali è stato redatto recentemente a Siracusa un piano di gestione da parte dell’assessore regionale ai Beni culturali Lino Lenza insieme a Guido Meli, direttore del centro regionale per la progettazione e il restauro. Il cui fine è stato stabilire delle linee guida comuni per la fruizione, la gestione e la destinazione dei teatri antichi siciliani.
La realizzazione di uno spettacolo dovrà così essere preceduta da un attento monitoraggio del sito, dei rischi e dell’impatto ambientale. La concessione del sito avverrà solo dopo approvazione da parte del Consiglio regionale dei beni culturali che vigilerà su organizzazione, gestione e definizione dei cartelloni di rappresentazione privilegiando le rappresentazioni classiche.
È auspicabile che dato il successo degli eventi andati in scena recentemente con l’ausilio di sovvenzioni, con l’ausilio di una maggiore attenzione da parte degli amministratori comunali, delle associazioni ed enti preposti si possano riproporre, aumentare e migliorare gli spettacoli su quello che è stato e resta uno dei teatri greci più antichi e prestigiosi del Mediterraneo.

Giuseppe Paviglianiti

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